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Irpef 2025: cosa cambia con le nuove aliquote, scaglioni e detrazioni

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Con la Legge di Bilancio 2025, alcune modifiche introdotte per l’anno d’imposta 2024 diventano definitive. La riforma dell’Irpef, l’imposta sui redditi delle persone fisiche, è stata infatti recepita in modo strutturale, con interventi che semplificano il sistema delle aliquote e ampliano le detrazioni previste per i lavoratori dipendenti.

Le novità sono già state integrate nei modelli dichiarativi 2025, ovvero il Modello Redditi PF e il Modello 730/2025, e trovano fondamento negli articoli modificati del TUIR.

Nuove aliquote Irpef 2025

A partire dal 1° gennaio 2025, l’Irpef si articola su tre aliquote:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro
  • 35% per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro
  • 43% per i redditi che superano i 50.000 euro

La riduzione da quattro a tre aliquote viene confermata e resa strutturale dalla Legge di Bilancio (articolo 1, commi da 2 a 9), con l’obiettivo di semplificare la tassazione e favorire i contribuenti con redditi medio-bassi.

L’Agenzia delle Entrate ha recepito queste modifiche all’interno della Circolare n. 4 del 16 maggio 2025, che contiene esempi pratici e chiarimenti operativi.

Detrazioni per lavoro dipendente

Un’altra importante novità riguarda le detrazioni per reddito da lavoro dipendente. La detrazione base viene elevata da 1.880 a 1.955 euro per i redditi fino a 15.000 euro.

In aggiunta, viene riconosciuta una somma esente da imposta ai lavoratori dipendenti (esclusi i pensionati) con reddito complessivo non superiore a 20.000 euro. Tale somma varia in funzione del reddito:

  • 7,1% per redditi fino a 8.500 euro
  • 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro
  • 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro

Per i contribuenti con reddito tra 20.000 e 40.000 euro è prevista una detrazione aggiuntiva dall’imposta lorda:

  • pari a 1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro
  • decrescente per redditi superiori a 32.000 euro, fino ad azzerarsi a 40.000 euro

L’ammontare della detrazione è rapportato al periodo di lavoro effettivo nell’anno.

Residenti e non residenti: regole a confronto

Per i contribuenti residenti in Italia, il reddito complessivo include tutti i redditi, ovunque prodotti. Dal reddito lordo si sottraggono gli oneri deducibili previsti dalla normativa, come contributi previdenziali, assistenziali o donazioni, per determinare il reddito imponibile. Su questo importo si applicano le aliquote per scaglioni.

L’imposta lorda si riduce grazie alle detrazioni riconosciute per lavoro, carichi familiari (coniuge, figli, altri familiari a carico) e spese sostenute nel corso dell’anno (spese sanitarie, interessi mutuo, istruzione, ecc.). A queste si sommano gli eventuali crediti d’imposta spettanti. Le detrazioni non possono superare l’imposta dovuta e quindi non generano rimborsi.

Per i soggetti non residenti, il reddito complessivo è formato esclusivamente dai redditi prodotti in Italia. Gli oneri deducibili riconosciuti sono limitati a quelli espressamente indicati all’articolo 24, comma 2 del TUIR, come alcune donazioni. Anche in questo caso l’imposta si calcola con le aliquote per scaglioni, ma le detrazioni sono limitate a specifiche voci: lavoro dipendente, spese per ristrutturazioni edilizie e particolari donazioni (articolo 24, comma 3 del TUIR). Non spettano, invece, le detrazioni per familiari a carico.

 

 

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